Comunicato finale dell’Assemblea dei Vescovi Orientali Cattolici d’Europa 2025
Dal 8 all’11 settembre 2025, Vienna ha ospitato la 26 ª Assemblea dei Vescovi Orientali Cattolici d’Europa, riunendo oltre 65 vescovi e più di 100 rappresentanti delle Chiese Orientali Cattoliche per riflettere sul tema «Unità nella Diversità» e riaffermare i legami di comunione ecclesiale.

COMUNICATO FINALE
Assemblea dei Vescovi Orientali Cattolici d’Europa 2025
Vienna (Austria), 8–11 settembre 2025
«Unità nella Diversità»
Dall’8 all’11 settembre 2025 si è svolta a Vienna la 26 ° Assemblea dei Vescovi Orientali Cattolici d’Europa, un incontro che ha riunito oltre 65 vescovi e più di 100 rappresentanti delle Chiese Orientali Cattoliche. L’incontro, organizzato sotto il patrocinio del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) su invito del Cardinale Christoph Schönborn, Ordinario dei cattolici delle Chiese orientali in Austria, si è tenuto nel 250 ° anniversario del «Barbareum», il seminario greco-cattolico fondato a Vienna dall’Imperatrice Maria Teresa.
Tra i partecipanti si annoverano il Cardinale Claudio Gugerotti, Prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali, l’Arcivescovo Gintaras Grušas, Presidente del CCEE, e l’Arcivescovo Pedro López Quintana, Nunzio Apostolico inAustria. Presenti anche i capi di diverse Chiese Orientali Cattoliche, tra cui l’Arcivescovo Maggiore Sviatoslav Shevchuk (Chiesa Greco-Cattolica Ucraina), l’Arcivescovo Jonáš Maxim (Chiesa Greco-Cattolica Slovacca) e l’Arcivescovo Fülöp Kocsis (Chiesa Greco-Cattolica Ungherese).
Unità nella Diversità: I tre pilastri della comunione
Con l’obiettivo di rafforzare la comunione tra le varie componenti della Chiesa cattolica in Europa, il tema centrale»Unità nella Diversità» è stato declinato in tre sessioni di lavoro secondo le tre dimensioni della comunione ecclesiale in Europa: la comunione con il Vescovo di Roma; quella delle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris tra di loro; e quella degli Orientali Cattolici con la Chiesa di rito Latino.
- La prima sessione di lavoro è stata introdotta dal Cardinale Gugerotti. Nella sua relazione, il Cardinale Prefetto ha offerto un taglio interpretativo che va oltre la ripetizione dei buoni pensieri sull’unità, ed evidenzia anche il costante dinamismo «sinfonico» che dovrebbe animare i due poli: l’unità e la diversità, ovvero l’universalità (della Chiesa una cattolica) e la specificità (di ognuna delle Chiese sui iuris). Questo rapporto dinamico non è privo di problemi e di contrasti, sia a livello giurisdizionale che a livello culturale, politico ed economico. Nell’esemplificare alcune di queste problematiche, il Cardinale Prefetto ha illustrato l’impegno della Santa Sede per sostenere l’auspicata armonia.
- Il secondo tema, quello della comunione tra le Chiese Orientali Cattoliche in Europa, è stato trattato dall’Arcivescovo Grušas, Presidente del CCEE, il quale ha evidenziato nella sua relazione il dono e l’impegno che questa comunione comporta, sottolineando la stima e l’apprezzamento con cui le Chiese Orientali Cattoliche vengono guardate, e i tanti insegnamenti che esse possono e devono offrire alla Chiesa universale in un’Europa sempre più secolarizzata. Esse sono invitate a valorizzare la loro esperienza di «lievito» che fermenta la farina e la fa crescere da dentro. Nel ricordare il costante impegno storico del CCEE per l’incontro annuale dei vescoviorientali cattolici d’Europa, il Presidente ha ribadito l’importanza della condivisione attiva che si vive in questi incontri, con uno sguardo particolare alla fase implementativa del sinodo sulla sinodalità, nel quale i cattolici orientali hanno tanto da offrire a partire dalla loro ricca esperienza di sinodalità-collegialità episcopale, nonché di bilanciamento creativo tra i diversi organismi ecclesiali di partecipazione.
- Descrivendo la nascita del primo Ordinariato per gli Orientali a Vienna nel 1935 come «struttura provvisoria» per aiutare i fedeli migranti, il Cardinale Schönborn, nella sua relazione sulla comunione degli orientali cattolici con la Chiesa di rito Latino, ha evidenziato l’importanza degli Ordinariati come via costruttiva per tutelare da una parte la specificità di ognuna delle Chiese sui iuris in un territorio di giurisdizionelatina, e dall’altra per ovviare alle difficoltà che una seconda gerarchia farebbe emergere in territori coestensivi. Il Cardinale ha illustrato la ricca esperienza dell’Ordinariato austriaco, cresciuto notevolmente negli ultimi 20 anni e arrivando ad avere oggi 43 comunità orientali, accolte non solamente nell’Arcidiocesi di Vienna ma in tutta l’Austria, con il sostegno della Conferenza Episcopale Austriaca, in termini amministrativi (registri di Battesimo e di matrimonio) ed economici (sostentamento dei chierici, soprattutto quelli uxorati, per raggiungere una parità di trattamento con il clero di rito Latino).
Il rapporto stretto e cordiale tra l’Ordinario e i visitatori apostolici e i capi delle Chiese sui iuris è un elemento fondamentale per una più solida comunione tra le Chiese Orientali Cattoliche e la Chiesa di Rito Latino in Europa.
L’assemblea si è svolta ancora una volta nel triste contesto della guerra in Ucraina. Tale consapevolezza ha trovato voce nell’esposizione dell’Arcivescovo Maggiore Shevchuk, che ha inoltre ringraziato vivamente per il sostegno e l’aiuto ricevuti, sia dalle Chiese che dalle autorità civili. Non sono mancati il pensiero e l’attenzione agli altri conflitti in corso che toccano le nostre Chiese sui iuris in tutto il mondo.
I lavori di gruppo sono confluiti in una discussione plenaria, in cui i partecipanti hanno espresso la volontà di lavorare maggiormente sulle seguenti proposte:
- Una rappresentanza più puntuale dei giovani delle Chiese sui iuris alle Giornate Mondiali della Gioventù, nonché inincontri locali più regolari, sia di persona che nel mondo digitale.
- Una formazione più attenta nei percorsi educativi dei chierici, soprattutto di rito Latino, atta ad una conoscenzadelle altre tradizioni, accompagnata da uno scambio concreto di esperienze. Un esito auspicato è la promozione coordinata di una conoscenza del mondo orientale cattolico.
- Un’accelerazione nella pubblicazione di documenti canonici pertinenti tra l’altro all’appartenenza dei fedeli alle loro relative Chiese sui iuris, che avviene in senso giuridico, rituale-pastorale e nel legame con il governo centrale.
- Una comprensione della nuova sensibilità sul biritualismo e sull’adattamento al rito, ora più ristretta che in passato, e con l’enfasi sulla primazia per la cura del proprio rito di origine.
- Un’attenzione al sostentamento dei chierici delle Chiese sui iuris impegnati nel biritualismo nei contesti di diaspora.
- Un maggiore discernimento nelle relazioni ecumeniche con le Chiese Ortodosse in quanto alla validità deisacramenti e al riconoscimento della successione apostolica.
- Un auspicio per un seguito effettivo ed efficace dei lavori avviati nelle assemblee annuali, attraverso un’adeguata struttura per la gestione degli atti e delle azioni intraprese.
Momenti salienti nel programma
Oltre alle sessioni di lavoro, il programma è stato arricchito da momenti che hanno rafforzato i legami tra i partecipanti e con le istituzioni.
- Di primaria importanza sono state le celebrazioni liturgiche nei vari riti: l’inno Akathistos in diverselingue; la Santa Qurbana nel rito siro-malabarese e la Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo, quest’ultima celebrata anche nel Duomo di Santo Stefano, un unicum per la storia della Chiesa in Austria con la presenza di 60 vescovi orientali. L’evento ha attirato l’attenzione dei media nazionali, che hanno scelto di trasmetterlo in diretta.
- Non è mancato il rapporto con le istituzioni civili, tramite l’invito rivolto ai partecipanti dal Sindaco di Vienna, Dr. Michael Ludwig, ad un pranzo nella prestigiosa Stadtsenatssitzungssaal del Wiener Rathaus. Altrettanto significativo è stato l’incontro presso il Palazzo Arcivescovile con il Rappresentante in Austriadella Commissione dell’Unione Europea, Patrick Lobis, e la Ministra Federale Claudia Plakolm, dove il dialogo si è concentrato sulle aspettative reciproche tra la Chiesa e le istituzioni civili per il futuro dell’Europa.
- I partecipanti sono stati accolti dal Nunzio Apostolico in Austria, l’Arcivescovo Pedro López Quintana, nel palazzo storico della nunziatura, e successivamente hanno visitato l’Abbazia di Klosterneuburg, dove hannopotuto apprezzare la storia e la spiritualità del luogo, nonché una cena sotto gli auspici dell’Abate Anton Höslinger, CanReg.
- La sessione conclusiva ha visto una presentazione del Prof. Dr. Dr. Thomas Mark Németh sulla storia e lapresenza delle Chiese Orientali Cattoliche in Austria.
Il prossimo incontro dei vescovi delle Chiese cattoliche orientali d’Europa è previsto dal 15 al 18 settembre 2026 a Máriapócs in Ungheria, su temi afferenti la formazione missionaria nelle Chiese cattoliche orientali sui iuris tramite icatechismi, la mistagogia, e la trasmissione della fede, nonché il rafforzamento dell’identità orientale in diaspora.
Foto: Episcopia Greco-Catolică de Oradea