«Quando il mio popolo soffre — soffre Cristo stesso» — Sua Beatitudine Sviatoslav a Subiaco

12 maggio 2025, 10:33 63

Domenica 11 maggio 2025, il Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sua Beatitudine Sviatoslav, era in visita al monastero benedettino di Santa Scolastica a Subiaco

«Quando il mio popolo soffre — soffre Cristo stesso» — Sua Beatitudine Sviatoslav a Subiaco

La visita è si è svolta su invito della comunità parrocchiale della cattedrale di Santa Scolastica, nell’ambito di una serie di iniziative domenicali organizzate in occasione dell’Anno Giubilare della Speranza. Come ha evidenziato il parroco della cattedrale, Rev. P. Fabrizio Messina Cicchetti, l’ispirazione di questi eventi nasce dallo spirito di ospitalità di San Benedetto: la parrocchia desidera creare uno spazio per celebrare insieme l’Eucaristia domenicale e riflettere sulla speranza, invitando ospiti da tutto il mondo.

In tale giorno, la Quarta Domenica dopo Pasqua, nella tradizione liturgica latina si celebra la Domenica del Buon Pastore. Per questo motivo, Sua Beatitudine Sviatoslav ha basato la sua omelia sulle letture bibliche che accompagnano questa domenica. Il predicatore ha messo in evidenza come queste letture ci offrono tre sguardi: verso il passato, il futuro e il presente del popolo di Dio.

Uno sguardo al passato — la dimensione universale della Salvezza

Nella prima lettura dagli Atti degli Apostoli si leggono queste parole: «Così ci ha ordinato il Signore: ”Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra”» (At 13,47).

Sua Beatitudine Sviatoslav ha sottolineato che questo passo ci parla dell’universalità del messaggio cristiano: «Il nostro Signore — il Buon Pastore — è il Padre di tutti».

Pertanto, secondo il Primate della Chiesa greco-cattolica ucraina, la Salvezza non può essere circoscritta a una sola nazione, lingua o cultura. Dio desidera che tutti siano salvati, anche coloro che consideriamo nostri nemici.


Uno sguardo al futuro — il sangue dell’Agnello che purifica

Nella seconda lettura nella Domenica del Buon Pastore, tratta dal libro dell’Apocalisse, si parla della comunità celeste, di «una moltitudine immensa» che sta davanti al trono di Dio: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello» (Ap 7,14).

Sua Beatitudine Sviatoslav ha evidenziato che questa immagine, a prima vista, appare paradossale — come si può purificare qualcosa con il sangue? Non si può rendere bianca una veste lavandola nel sangue. Tuttavia, in questo passo si parla del Sangue di Cristo — l’Agnello di Dio, che ci lava e rende i candidi nostri cuori. «Questa veste bianca rivela la purezza dell’anima, il cuore di queste persone, e ci dà anche grande speranza», ha spiegato il Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina.

«Questa immagine dona speranza: la grande tribolazione non distrugge, non toglie la vita, ma è un momento in cui si può lavare la propria veste, il proprio cuore. Anche il più grande disastro umano — non annienta, ma trasforma e conduce alla vita eterna», ha concluso il predicatore.

Uno sguardo al presente — Dio è il nostro Pastore

Infine, il Vangelo di questa domenica ci ricorda chi è il nostro Pastore — è Cristo stesso. Egli conosce le sue pecore, le guida, e nessuno può strapparle dalla sua mano (Gv 10,28).

«Per noi ucraini, questa è una parola speciale di speranza. Cristo non solo è con il nostro popolo, ma è — dentro di esso», ha detto il Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina.

«Ogni volta che uno di noi viene ferito, ucciso, rapito — anche come un bambino strappato dalle braccia della madre — è Cristo stesso che soffre nel mio popolo».

«La speranza cristiana — non è soltanto un sentimento umano. Perché, in un certo senso, possediamo già l’oggetto della nostra speranza. La vita degli eletti è già presente tra noi — e attende solo il momento in cui si rivelerà pienamente», ha concluso il Primate della Chiesa greco-cattolica ucraina.

Al termine dell’omelia, Sua Beatitudine Sviatoslav ha rivolto un augurio speciale alle madri — in Italia, in Ucraina e in tutto il mondo: «Oggi la madre ucraina — è il volto della speranza cristiana. Spesso protegge i suoi figli con il proprio corpo. I nostri soccorritori, tra le macerie delle case distrutte, hanno trovato più volte i corpi delle madri che sono morte per salvare i propri figli».

In conclusione, il Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina ha invitato tutti alla preghiera: «Preghiamo il Signore: portaci la Tua speranza. Sii veramente il nostro Pastore. Signore, fai operare la Tua forza liberatrice nel cuore di ogni uomo e donna del nostro tempo, perché buono è il Signore, e la Sua misericordia — è per sempre».


Dopo la Liturgia, a nome della comunità monastica, P. Ab. D. Mauro Meacci, abate ordinario di Subiaco, ha rivolto un saluto a Sua Beatitudine Sviatoslav. Ha espresso profonda gratitudine al Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina per le parole spirituali pronunciate e gli ha assicurato solidarietà, sostegno e preghiera incondizionata per il popolo ucraino.

Segretariato dell’Arcivescovo Maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina a Roma
Foto: Paolo Sbraga — Paoloesse

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