«Ucraini per il mondo»: Giornata di preghiera, speranza e testimonianza dei giovani ucraini a Roma
Il 30 luglio, nell’ambito del Giubileo dei Giovani a Roma, presso la Cattedrale della Madonna di Zhyrovyci e Santi Martiri Sergio e Bacco dell’Esarcato Apostolico per gli ucraini cattolici in Italia, si è svolto un evento speciale intitolato «Ucraini per il mondo. Dialogo dei giovani». L’iniziativa ha unito una maratona di preghiera di 12 ore per la pace in Ucraina e nel mondo con momenti artistici e culturali.

Durante l’intera giornata, dalla mattina alla sera, nella chiesa si è tenuta una preghiera continua, alla quale hanno partecipato gruppi giovanili provenienti da diverse regioni dell’Ucraina e dell’Europa. Ogni gruppo ha avuto il proprio spazio per la preghiera personale e comunitaria. Si sono sono alternati momenti di riflessione, canti, preghiere per i caduti, per i militari e per la popolazione civile. I pellegrini hanno pregato anche per coloro che non potevano essere presenti fisicamente, ma che si univano spiritualmente nell’intenzione comune di pace.






Il culmine della giornata è stata la Divina Liturgia nella chiesa di Santa Maria dei Monti, presieduta da S. E. Hryhoriy Komar, Amministratore Apostolico per gli ucraini cattolici in Italia, insieme a S. E. Bryan Bayda, Capo del Commissione patriarcale per i giovani, e numerosi sacerdoti.
Durante l’omelia pronunciata nel corso della Liturgia, il vescovo ha rivolto ai giovani un invito incisivo: «Siamo tutti arrivati qui come missionari — coloro che difendono la propria libertà e la propria dignità. Questo pellegrinaggio sarà fruttuoso se saprete sfruttare ogni occasione per testimoniare la verità, la fede, la speranza».
Commentando le parole evangeliche di Gesù: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Matteo 16:24), il vescovo Hryhoriy ha sottolineato che si tratta di un invito a una scelta personale:
«Non è un’imposizione, né una moda. È una decisione: essere suo discepolo, essere suo seguace. E forse oggi, qui a Roma, qualcuno nel proprio cuore dirà: ”Signore, sono pronto. Desidero seguirti”».














In un periodo segnato dalla guerra in Ucraina, queste parole hanno assunto un significato profondo:
«Noi ucraini comprendiamo molto bene cosa significa sacrificio. Sappiamo cosa vuol dire avere il coraggio di non fuggire dal dolore, ma avvicinarsi ad esso, trasformandolo in amore, in partecipazione che unisce e rafforza», ha osservato S. E. Hryhoriy.
«Seguire Cristo significa essere una persona di pace. Pace nel cuore, pace nella comunità. Questo è il tesoro più grande. Perciò non permettiamo che l’odio regni nel nostro cuore. Non induriamoci. Siamo ispirati a vivere, a gioire, ad annunciare nel nostro cuore il canto della vittoria», ha concluso.













Dopo la Liturgia, il programma è proseguito con eventi artistici. Nella piazza adiacente alla chiesa si sono tenuti laboratori che hanno fatto conoscere ai partecipanti elementi distintivi dell’arte decorativa ucraina.
Contemporaneamente, il gruppo teatrale «Gloria» ha animato un flash mob sui trampoli, seguito da un’esibizione musicale della bandurista Anastasia Voitiuk, che ha interpretato brani della tradizione ucraina.
Nella stessa giornata, nei pressi del Colosseo, si è svolta un’azione silenziosa della gioventù ucraina a sostegno del progetto «Diplomi non emessi», nato per onorare la memoria degli studenti uccisi a causa della guerra in Ucraina. I giovani si sono disposti in fila con i ritratti dei loro coetanei, ragazzi e ragazze che non potranno mai più sedersi tra i banchi dell’università.
Ogni foto racconta la storia di una vita spezzata. Ogni ritratto rappresenta un diploma che non è mai stato consegnato.
Segretariato dell’Arcivescovo Maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina (Roma)Foto: Esarcato Apostolico per gli ucraini cattolici in Italia; Dyvensvit