Videomessaggio del Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina nella 172 ª settimana di guerra su vasta scala, 02 giugno 2025

2 giugno 2025, 10:48 3

Sia lodato Gesù Cristo!

Cari fratelli e sorelle in Cristo!

Continuiamo, ancora una volta, a contare i giorni e le notti, le settimane di questa grande, sacrilega, sanguinosa guerra che l’aggressore russo conduce contro il nostro pacifico Stato ucraino, contro il nostro popolo.

Probabilmente, questa settimana passerà alla storia come una settimana di menzogne e di inganni da parte dell’aggressore, perché sullo sfondo di diversi sforzi internazionali per la soluzione diplomatica di questa guerra, il nemico intensifica i suoi attacchi e le sue offensive contro l’Ucraina.

Questa settimana, il centro di questi attacchi è stata la nostra capitale Kyiv. Per tre notti consecutive, e a più riprese, il nemico ha colpito la nostra capitale con diverse ondate di attacchi. Sono state colpite anche Sumy, Kharkiv, Odesa, Zaporizhzhia. Ricordiamo continuamente queste città nelle nostre preghiere, soprattutto dopo ogni notizia sulla distruzione delle infrastrutture e sulla morte di civili innocenti.

Secondo quanto riferiscono i mezzi di comunicazione ucraini, ogni giorno scorrono fiumi di sangue al fronte. Ogni giorno, oltre un migliaio di soldati russi muoiono o riportano le cosiddette perdite di combattimento irreparabili e irrecuperabili. Fiumi di sangue, un mare di lacrime, distruzione, fiamme, sofferenza — in questa settimana, questa è stata la realtà vissuta ancora una volta dall’Ucraina.

Desidero esprimere di nuovo la gratitudine a Papa Leone XIV, che questa settimana, durante l’udienza generale, ha lanciato un appello allo stop immediato della guerra in Ucraina. Ricordiamo ancora una volta a tutti: quando la Russia smetterà di attaccarci — la guerra finirà, ma se l’Ucraina smetterà di difendersi — l’Ucraina non esisterà più.

In queste circostanze crudeli, desidero che tutto il mondo senta ancora: l’Ucraina è viva! L’Ucraina resiste! L’Ucraina combatte! L’Ucraina prega!

Questa domenica, è la domenica dei Padri del Primo Concilio di Nicea, quando ricorre un importante giubileo ecclesiale nazionale, spirituale e culturale — il 1700-esimo anniversario del Concilio Ecumenico di Nicea. Si tratta, senza dubbio, di un evento storico che, probabilmente, continuerà ad attirare l’attenzione di teologi, storici, studiosi del cristianesimo dell’epoca greco-romana. Nel 325 a Nicea accadde qualcosa di davvero straordinario. Per la prima volta dopo l’Editto di Milano, quando nell’impero romano veniva già tollerata la religione cristiana, grazie all’imperatore, tutti i vescovi della Chiesa di Cristo poterono riunirsi al Concilio.

Questa settimana, abbiamo percepito in particolar modo quanto sia importante l’unità, la cattolicità della Chiesa di Cristo. Al Concilio di Nicea si riunirono vescovi che portavano ancora sul proprio corpo le ferite delle torture subite dal governo romano, — mentre poi l’imperatore romano, conquistato dalla luce della Croce del Signore, riunì tutti i vescovi a questo Concilio. Questa fu una grande manifestazione della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica.

Questo Concilio ci ha regalato «il Credo», la professione di fede, che ancora oggi è un manifesto comune di fede non solo dei cattolici e ortodossi, ma anche di molti altri cristiani, che professano quella stessa fede dei nostri Padri di Nicea. Chiediamo che i Santi Padri, che oggi siedono nel concilio celeste, preghino per l’unità della Chiesa di Cristo nel nostro tempo.

Dall’Ascensione a Pentecoste, la nostra Chiesa vive un periodo speciale chiamato la Decade Missionaria. Preghiamo in modo particolare per quelle persone che ancora non conoscono Cristo, per quelli che stanno cercando Dio. Come cristiani, siamo chiamati a essere dei mediatori di questo incontro, dobbiamo testimoniare quel Salvatore risorto che oggi vuole condurre ogni persona a conoscere la Verità, perché Egli è la via, la verità, la vita.

Invito tutti i cristiani, tra cui i fedeli della nostra Chiesa, a condividere la propria fede, non avere vergogna a manifestarla, e anche a portare almeno una persona quest’anno al Sacramento del Battesimo. Solo così sentiremo di essere una Chiesa una, santa, cattolica, apostolica, — una Chiesa missionaria. Come affermava San Giovanni Paolo II: «Una Chiesa che non è missionaria, non è una Chiesa». Testimoniamo insieme il Vangelo di Cristo nel nostro tempo!

Anche in tempo di guerra preghiamo: Dio, risplendi in mezzo a noi! Dio, benedici il nostro popolo, il nostro esercito, le nostre ragazze e i nostri ragazzi che combattono al fronte con la Tua giusta pace celeste!

La benedizione di Dio venga su di voi, per mezzo della Sua grazia e misericordia, in ogni tempo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo!

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